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al testo proposto da Loredana Savelli
Il condominio di fronte
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Di fronte a casa mia si erge un condominio di quattro piani introverso e vanitoso. Come formiche i suoi inquilini entrano ed escono senza parlarsi. Neanche un buongiorno. Non li conosco e non mi conoscono mi ignorano, li ignoro ma li accetto e spero che anch’essi mi abbiano accettato come un male necessario quantunque sia palese che mi hanno rifiutato. Il destino dei piccoli.
Di recente è venuta ad abitare al piano attico una bella signora intorno ai quaranta solitaria, del tutto insocievole. Mi sono accorto nondimeno (non è un miraggio!) che talvolta di nascosto getta uno sguardo dalla mia parte, e addirittura giorni fa la vicina di casa mi disse che di me chiedeva con insistenza. Forse le piace la poesia? oppure (meglio ancora) scrive poesie anche lei?
“Ultimamente guardi un po’ troppo di fronte”, mia moglie mi riporta alla realtà e mi sento allora come un bambino che un’onda gli demolisce le torri costruite sulla sabbia.
(da "Uomo nella nebbia", traduzione di Crescenzio Sangiglio)
(http://www.retididedalus.it/Archivi/2011/ottobre/LETTERATURE_MONDO/2_inediti.htm)
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